giovedì 2 giugno 2011

Sorgenti



Lasciami intingere le dita nel giorno che si scioglie:
ne ho sorseggiato un po’ tornando verso casa.
Tango acido.
Gli occhi sceglievano opportuni interstizi tra gli alberi
per deporre le loro uova di vetro luminoso.
Era bella la sera e umida.
I boschi si gonfiavano come seni di ninfe
stillanti assenzio,
tre faggi assopiti reggevano
il piano del cielo.
La venditrice di violette attraversa la strada
per rientrare tra le pagine di Dickens con un sigaro cubano tra le dita
mentre le donne dai capelli raccolti
brindano alla fine del giorno con un aperitivo leggero,
sanguinante.
Non riesco a ricordare dove ho nascosto le scarpe da ballo.
Si avvicina una civetta con rumore di pioggia tra le ali.
Scrivi una canzone per me, mentre attraversi i fossi sui torrenti:
parole a precipizio come l’acqua
e come l’acqua battenti sulle vene dei polsi ancora accesi
nel palpito in quattro quarti
e mezzo quarto di luna.
Bevi dalla mia bocca mentre ascolti.
Tango silvestre.
Una goccia.
Labbra silvestri.
La tua.
Ti assaggio lentamente,
poi il giorno finisce.



Nessun commento: