mercoledì 30 dicembre 2009

La Piccola Fiammiferaia



Non gradiva la vicinanza della gente. Il rumeno che la ospitava le aveva spiegato che era necessario mostrarsi docili e indifese per accendere la scintilla di senso di colpa che avrebbe condotto la mano dei passanti al portafogli. Era la Vigilia di Natale e i mendicanti si giocavano il tutto per tutto per far vergognare le signore che correvano da un negozio all’altro cariche di pacchetti colorati, con i capelli freschi di messimpiega e le unghie perfette nella nuovissima french. Se riesci a catturare la loro attenzione con quei tuoi occhioni da cucciolo e quel musetto triste – le diceva Ionut tenendola per le spalle e scrollandola un po’, tanto per sottolineare gli incisi – sei a posto: puoi cavarne anche quaranta, cinquanta euro ora di sera, se è una giornata buona. Così l’aveva spedita sul marciapiede all’angolo tra la valigeria Hermès e il negozio di Gucci vestita come la Piccola Fiammiferaia delle fiabe – ‘per solleticare gli archetipi’ diceva Ionut che, oltre che pusher e protettore di quattro minorenni biondissime originarie del suo stesso paese, è anche fine psicoanalista con simpatie junghiane.
Ma la Piccola Fiammiferaia non ama il contatto con le persone, gli sguardi incerti dentro cui vedi combattere Pena e Fastidio, Imbarazzo e Impazienza, e tu devi cacciarti nella mischia per strappare una moneta da due euro o una banconota da cinque tentando di alimentare il fuoco di Pena e Imbarazzo a furia di fiammiferi minerva offerti coi lucciconi agli occhi e il moccio al naso. Non ama il contatto con le persone, la Piccola Fiammiferaia, ma il suo lavoro sa farlo bene, prova ne sia il fatto che Ionut, la sera, non la picchia quasi mai.
Vederla all’opera è un delizioso quadretto dickensiano: tutta ranicchiata accanto alla vetrina di Hermès, coperta di strati di vestiti che potrebbero contenere tre di lei e scialli di lana colorata, con la manina sporca che allunga verso i passanti la scatoletta di fiammiferi che il più delle volte reca il logo del Four Seasons, ma nessuno sembra farci caso. E poi un uomo elegante si avvicina spinto dalla moglie in pelliccia di volpe e già porge la moneta alla bambina ma lei no: lei deve fare il suo lavoro e mostrare l’impeccabile funzionamento dell’articolo che commercia. E così eccola che sfrega il cerino sulla strisciolina rosa del pacchetto e lo tiene dritto davanti a sé, l’uomo sorride intenerito e il pio sorriso si congela e poi fonde sul viso nobiliare e la barba curata prende fuoco e il volto e il cappello. E la pelliccia della moglie e la moglie e la messimpiega con le mèches diventano una torcia e poi un falò che sembra il primo maggio e non quasi gennaio: la Piccola Fiammiferaia si riscalda e per un po’ sogna l’estate e le salsicce arrostite sulla spiaggia (l’odore è simile, tranne il pelo che brucia) e i lunghi tramonti e nessuno a parte lei a godersi il tepore sulle mani.
La Piccola Fiammiferaia si alza riponendo la bomboletta spray nella borsa dei fiammiferi, poi se ne torna verso casa. Stasera forse Ionut la picchierà, ma due salsicce arrostite sulla spiaggia valgono ben qualche sberlone.


©Laura De Matteis 2009

1 commento:

KrAkKa ha detto...

Mi sei piaciuta!..