giovedì 6 gennaio 2011

31 dicembre 1899



C’era qualcosa di particolare nel modo in cui egli attendeva, la grazia di chi ci tiene a far notare di non essere lì solo per quello. Attendeva con grazia davanti al negozio di Rascaux, mentre il nuovo anno avanzava lentamente dall’altra parte del fiume trascinandosi dietro volute sottili di foschia e giovanotti in redingote marrone che lanciavano sassolini alle stalattiti ghiacciate che pendevano dai lampioni, infrangendole in una pioggia di scintille trasparenti. Quando la piccola corte lo raggiunse, egli si toccò la falda del cappello con cortese nonchalance, poi estrasse un orologio d’argento dal taschino del panciotto e gettò uno sguardo distratto alle lancette ferme sulla mezzanotte. Il nuovo anno attese per qualche istante che l’uomo si accodasse all’elegante corteo, ma lui continuava ad aspettare valutando senza particolare interesse gli articoli esposti nella vetrina addobbata a festa: non era lì solo per quello, non solo per attendere loro. L’anno nuovo infine si mosse lentamente verso le vie del centro, seguito dai signori in redingote. L’uomo li guardò allontanarsi accennando un sorriso compiaciuto – il suo orologio segnava mezzanotte e uno. Era da centosessantacinque anni che gli andava bene: da centossessantacinque anni lui ne aveva trentatré.


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